L'Editoriale

Caccia alle streghe (russe)

A forza di dare la caccia alle streghe (russe), i cittadini europei finiranno per convincersi che i veri stregoni ce li hanno in casa.

Caccia alle streghe (russe)

In meno di un mese ne abbiamo sentite di tutti i colori. Tutto è partito il 2 settembre scorso con il fantomatico attacco al volo di Ursula von der Leyen che aveva perso l’uso del Gps a causa di non meglio precisate interferenze russe. Ma sarebbe bastato consultare il sito di tracciamento aereo Flightradar24 per capire che si trattava di una bufala. Certificata dal ministro dell’Interno bulgaro, Daniel Mitov (“Non si tratta di un attacco informatico”), e a stretto giro pure dalla retromarcia di Bruxelles: “Non abbiamo mai detto che l’interferenza al segnale Gps riscontrata dall’aereo sul quale volava la presidente Ursula von der Leyen in Bulgaria sia stata espressamente contro di lei”. Insomma, non ha stato Putin.

Poi è toccato ai droni russi che hanno violato lo spazio aereo polacco. L’Ue non ha avuto esitazioni: si è trattato di una deliberata sfida lanciata dal Cremlino. Ma le certezze si sono subito sciolte nel dubbio. Per il capo di stato maggiore bielorusso, Pavel Muraveiko, si è trattato di “droni che hanno perso la loro traiettoria in seguito all’impatto con strumenti elettronici”. Il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, ipotizza tre scenari: provocazione di Mosca, incidente, operazione false flag. Ma gli euro-guerrafondai non hanno sentito ragioni. E mentre il segretario della Nato, Rutte, lanciava una grande esercitazione militare (Sentinella dell’Est), il premier polacco Tusk si è spinto a proporre la No Fly Zone sull’Ucraina. Poi, smaltiti i fumi della sbornia bellicista, si è scoperto che a colpire l’unico edificio rimasto danneggiato nella regione di Lublino non era stato un drone, ma un missile sparato da un F-16 polacco nel tentativo di abbatterlo.

Pochi giorni fa l’ennesimo inciampo, stavolta in Danimarca, dove sciami di droni – subito attribuiti ai russi – hanno bloccato il traffico aereo in cinque aeroporti del Paese. Ma per il ministro Poulsen “non c’è alcuna prova contro Mosca” e i velivoli sono stati “lanciati localmente”. Mica dalla Russia. Lo scorso week-end, invece, è stato affibbiato a Mosca l’hackeraggio che ha mandato in tilt diversi aeroporti del Nord Europa. Ma era un tentativo di estorsione andato storto. Di questo passo, a forza di dare la caccia alle streghe (russe), i cittadini europei finiranno per convincersi che i veri stregoni ce li hanno in casa.