Il Consiglio comunale di Roma ieri si è aperto con un segno che si annuncia purtroppo premonitore: lo stesso sindaco è arrivato in ritardo. E dire che i nostri consiglieri erano chiamati a un lavoro più faticoso del solito: dire sì o no alla candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2024. Ad arrivare puntuale è stata perciò la polemica. Marino, sempre più accerchiato da chi ne chiede le dimissioni per le nefandezze di Mafia Capitale, pur di ottenere l’unanimità sui Giochi ha chiesto scusa a quella Destra che solo pochi giorni fa voleva far tornare nelle fogne. Se si parla di Olimpiadi, essere sportivi è il minimo sindacale e alla fine pure il grande rivale Alemanno ha votato la mozione. L’unanimità però non è arrivata. A votare contro sono stati i Cinque Stelle e gli eletti della lista Marchini, mentre fuori dal Consiglio, Salvini diffidava Roma dal mettersi strane idee in testa: “Riparassero prima le buche delle strade”. Gentilezze rispetto a quello che ha detto Grillo: gli unici giochi che si possono fare a Roma sono il tiro al ratto e il lancio della mondezza. Non c’è che dire. Se c’è uno sport in cui siamo campioni mondiali è piangerci addosso.
L'Editoriale