L'Editoriale

Casaleggio e le lobby senza freni

Doveva far cascare il mondo e invece lo scoop del secolo, anzi del millennio, è stato già derubricato al capitolo bufale. Un po’ troppo facile, anche in un Paese che ha meno memoria di un pesce rosso, e che ormai convive allegramente con i conflitti d’interessi, senza eccezione per l’informazione. Il presunto scandalo è quello della multinazionale del tabacco Philip Morris che secondo il quotidiano Il Riformista avrebbe versato due milioni di euro in consulenze alla società di Davide Casaleggio per farsi togliere quasi mezzo miliardo di tasse sulle sigarette. Se così fosse – a parte che Casaleggio andrebbe internato per la miseria dei prezzi applicati a fronte di tali guadagni – dovrebbe esserci una prova, anche piccolissima, di sue pressioni sui 5 Stelle o chicchessia per favorire questo sconto fiscale.

Invece negli articoli si leggono solo congetture e ricostruzioni che faticano a nascondere una guerra commerciale tra colossi del tabacco. Nulla di male se non fosse che l’autore dell’articolo su cui mette la faccia pure il direttore Piero Sansonetti (nella foto), è un giornalista che lavora per Spencer & Lewis, società di lobby che ha tra i propri clienti i concorrenti diretti della Philip Morris: British American Tobacco e Japan Tobacco.

Ora lasciamo perdere le accuse fatte a Casaleggio, che ha subito spiegato tutto e querelato, ma non fuggiamo dal fatto più grave di questa storia, e cioè che è palesemente caduta l’ultima foglia di fico, e dopo la vergogna degli editori che usano giornali e tv per i comodi loro, adesso non ci si scandalizza più nemmeno per i giornalisti direttamente a libro paga dei lobbisti.

Una prassi di fronte alla quale è grave che l’Ordine professionale non dica nulla, e ancor di più che la politica faccia finta di niente, continuando a permettere lo scempio della verità che vediamo ogni giorno su carta stampata e televisioni al servizio dei loro padroni, con le poche eccezioni di piccole testate indipendenti e di giornalisti che hanno la forza di non portare la loro dignità all’ammasso. Voci troppo isolate nel coro dei mass media, che hanno rimbecillito un bel pezzo dell’opinione pubblica ed evidentemente possono alzare ancora liberamente il tiro per rimbecillire l’altra metà.

Riceviamo e pubblichiamo

“Spencer & Lewis dichiara la propria estraneità all’inchiesta giornalistica de Il Riformista, di cui ha appreso l’esistenza solo all’esito della pubblicazione a firma di Aldo Torchiaro. Spencer & Lewis è un’agenzia di comunicazione che si è in passato avvalsa della collaborazione esterna del sig. Torchiaro, così come si è avvalsa e tuttora si avvale dell’opera di altri collaboratori esterni. Si precisa che il sig. Torchiaro non si è mai occupato del settore tabacco per clienti della Spencer & Lewis. L’autonoma iniziativa del sig. Torchiaro confligge con gli interessi di Spencer & Lewis e dei clienti che la stessa rappresenta, e l’ha costretta a prendere le distanze dall’autore dell’inchiesta e dalla testata giornalistica che l’ha ospitata. Spencer & Lewis non si è mai occupata di inchieste giornalistiche che, nel rispetto della libertà di stampa e del diritto di cronaca, lascia ai professionisti del settore. Ogni diversa affermazione è falsa, e nuoce alla Spencer&Lewis che, estranea al polverone mediatico che altri stanno sollevando, si riserva di tutelare la propria immagine ed i propri interessi nelle sedi deputate.”