L'Editoriale

Castellucci paghi con i padroni

Troppo facile. E anche ipocrita. Dopo essere stati serviti e rimpinzati di miliardi per anni, ieri i Benetton hanno finto di accorgersi che nel sistema delle autostrade succedevano porcherie, e perciò si sono bloccati i pagamenti ancora dovuti al loro ex amministratore delegato Giovanni Castellucci. Anzi, gli hanno pure chiesto di restituire qualcosa, non sia mai che la montagna di denaro accumulata anche grazie a questo manager non basti a farli vivere da nababbi insieme alle prossime cento generazioni.

Castellucci da mercoledì scorso è agli arrestati domiciliari (leggi l’articolo) con l’accusa di aver risparmiato sulle manutenzioni di ponti e viadotti per fare incassare agli azionisti più dividendi. Un modo di operare che potrebbe aver provocato il crollo del ponte Morandi di Genova, con 43 morti. Su questo, però, al momento dobbiamo usare il condizionale visto che è pendente un processo e Autostrade per l’Italia (Aspi) nega di essere stata negligente, e da due anni la tira per le lunghe con perizie internazionali e altri stratagemmi perfetti per allungare i tempi giudiziari.

Una strategia che non è solo farina del sacco di Castellucci, ma è stata approvata dall’assemblea dei soci della holding controllata dai Benetton, e che a sua volta controlla Autostrade per l’Italia. I signori del casello non sono quindi estranei ai giochetti del loro ex Ad, e nel mandare alla gogna un dipendente di quel livello non si tirano fuori da una tale vergogna, ma al contrario certificano di esserne corresponsabili. Un quadro che cambia completamente la trattativa miliardaria in atto con la Cassa Depositi e Prestiti per la vendita di Aspi, il cui valore essenziale è la concessione autostradale.

Un diritto che di fronte ai morti e alle inadempienze riscontrate anche in terrificanti intercettazioni telefoniche non ha più bisogno di essere revocato, ma è evidentemente decaduto. E stavolta persino all’esercito di avvocati e di protezioni di cui hanno sempre goduto i Benetton (a partire dai grandi giornali) non può essere affatto facile dimostrare il contrario.