L'Editoriale

Ci fregano anche sulle dosi di vaccino

Ci fregano anche sulle dosi di vaccino

Tanto per cambiare, chi ci ha creato il problema ci venderà la soluzione. E così, invece di farci risarcire di un danno, pagheremo pure. E tanto. Questo sta accadendo sul fronte dei vaccini, sulla carta già pagati e in dosi più che sufficienti per tutta la popolazione europea, ma nei fatti ancora introvabili e in arrivo col contagocce.

Un epilogo molto diverso da quello promesso dalla Commissione europea, che molto opportunamente ha comprato le dosi a livello centrale, evitando in questo modo una concorrenza fratricida tra Paesi Ue, con un esito scontato: gli Stati ricchi avrebbero vaccinato tutta la loro popolazione mentre quelli poveri sarebbero stati condannati a un’attesa infinita.

A questo sistema di acquisto centralizzato sembra però che sfuggano dei lotti, venduti dagli stessi produttori – attraverso broker privati – a chi non fa discussioni sul prezzo. In questo modo si alimenta un mercato parallelo che indigna i cittadini senza vaccini mentre i morti si contano a centinaia.

Un sistema che fa arricchire gli immancabili sciacalli e ancor di più quel conglomerato di imprese da centinaia di miliardi che definiamo big pharma. L’industria che non sta rispettando i contratti, e vende pure parte dei suoi prodotti al migliore offerente, dopo aver goduto in tutto il mondo di aiuti pubblici alla ricerca, sconti fiscali e contratti miliardari, adesso fa la furba, senza che la politica o la grande stampa – a cui versa annualmente moltissimi denari – dicano niente.

Anzi, ieri il ministro Giorgetti (Lega) ha riunito i maggiori gruppi farmaceutici per “pregarli” di fabbricare in Italia i vaccini che non ci stanno consegnando le aziende titolari dei brevetti, in teoria concorrenti, ma nei fatti spesso collegate da rapporti societari e commerciali. Un “favore” che ovviamente lo Stato ricambierà profumatamente.

Così i vaccini prenotati chissà quando li vedremo, e alla fine pagheremo due volte per avere quello che un’industria storicamente aiutata da tutti gli Stati, senza esclusione di quello italiano, dovrebbe solo consegnare nei tempi previsti, e in ogni caso non rivendendo gli stessi vaccini a nazioni extraeuropee o alle regioni (anche italiane) che vogliono fare le furbe sgambettandosi tra loro.