Non ci basta la crescita del 6% quest’anno? Allora facciamo di più. Il 7% o il 10, chi può dirlo? Ci sono i soldi europei, i cantieri da aprire, i giornali (praticamente tutti) che santificano Draghi e i ristoranti pieni (ma questa l’abbiamo già sentita con Berlusconi). Dunque – direte – la benzina che costa un botto, le file alla Caritas, lo stipendio che per molti non basta mai è un’allucinazione, e il Governo che promette mirabilia farà finalmente una finanziaria espansiva (leggi l’articolo), redistribuendo le risorse e aiutando anche chi non sa come pagare le bollette.
Invece cosa ci presenta il premier? Sulle pensioni si va nell’anticamera della Fornero, il Reddito di cittadinanza è salvo perché i Cinque Stelle su questo hanno potuto sparare l’unico colpo che gli era stato concesso (ma insieme alle migliorie in alcuni casi si riducono le erogazioni), il Cashback che incideva sul l’evasione fiscale e rimetteva in circolo un po’ della spesa per consumi è fatto fuori, per il taglio delle tasse c’è appena un contentino.
Dunque, se la crescita arriverà impetuosa come dice il Presidente del Consiglio, quattro quinti degli italiani nemmeno se ne accorgeranno, al contrario di quelli che restano, che faticheranno poi di quanto non facciano già oggi per capire dove mettere i soldi. È questo il Paese inclusivo e più equo che sogniamo? Una Manovra come quella presenta ieri è lo strumento giusto per costruire una società migliore dopo la pandemia? Oppure si stanno mettendo le basi per allargare la forbice tra ricchi e poveri, amici di Draghi e non garantiti? Difficile avere dubbi sulla risposta.