L'Editoriale

Continuano le trappole per i 5 Stelle

Senza bisogno di fare sondaggi, nella classifica delle forze politiche in cui ci si fa male da soli al primo posto c’è indiscutibilmente il M5S.

Senza bisogno di fare sondaggi, nella classifica delle forze politiche in cui ci si fa male da soli al primo posto c’è indiscutibilmente il Movimento Cinque Stelle. Prendiamo la storia della collaborazione chiesta da Giuseppe Conte a due colonne storiche come Vito Crimi e Paola Taverna.

I giornali da sempre nemici degli incapaci e incompetenti grillini gridano allo scandalo, parlano di ritorno della casta, fanno indignare chi legge senza riflettere e poi scrivono che chi ha letto si è indignato. Ma come si fa a cascarci sempre e con tutte le scarpe? Facendo un po’ di fumo sui 5S nessuno si sofferma sulle decine di milioni di euro di denaro pubblico che andranno in più ai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, secondo una ripartizione dei fondi che è pubblica e proporzionale al numero dei deputati e senatori.

Da queste somme, però, e dai loro emolumenti personali, i 5 Stelle hanno restituito milioni, mentre dagli altri partiti lo Stato e i cittadini non hanno mai visto un centesimo. Proprio per questa ripartizione i gruppi del Movimento avranno nella nuova legislatura una dotazione minore rispetto alla precedente, dove entrarono con oltre 300 eletti. Naturale, dunque, che i vecchi staff possano essere un po’ ridotti.

Crimi e Taverna, però, erano nel Palazzo e quindi – a sentire il cannoneggiamento dei giornali – non ci devono rientrare. Ma per fare i consulenti nel difficile lavoro legislativo e organizzativo serve un’esperienza che non tutti hanno, anche se in queste settimane c’è la fila dei candidati ex parlamentari o assistenti del Pd, delle destre e addirittura della vecchia Democrazia Cristiana.

I 5 Stelle devono affidarsi a questi personaggi perché secondo Repubblica è una vergogna farsi aiutare da Crimi e Taverna? Ai nemici del Movimento farebbe senz’altro gioco, ma almeno gli amici evitino di abboccare. Le loro storie, e il prezzo che hanno dovuto pagare in termini di insulti, killeraggio mediatico e infamie personali è nulla rispetto a un incarico che è più prezioso per il Movimento che per loro, visto che sul mercato, con le conoscenze che hanno, di lavoro ne trovano quanto ne vogliono. Vedete Di Maio quanto ci ha messo.