Ma non proviamoci nemmeno a immaginare la tarantella a giornali e tv unificate se a governare la scuola ci fossero adesso Conte e la Azzolina. A loro, all’apice di una pandemia senza precedenti (e all’epoca senza vaccini), fu addebitato di tutto, compresa la colpa di aver fatto quello che per decenni i presidi di tutta Italia chiedevano invano: avere nuovi è più funzionali arredi scolastici.
Perciò – insieme a molto altro – i dirigenti chiesero i famigerati banchi a rotelle (usati in tutto il mondo), che ancora adesso la più becera propaganda delle destre, con i suoi indignati trombettieri, tira in ballo come esempio di mala gestio. D’altra parte, quando si è fatto di tutto per mandare a casa i peggiori e mettere in cattedra i migliori, meglio parlare d’altro, se no bisogna spiegare giravolte come quella di ieri (leggi l’articolo), che in appena ventiquattr’ore ha detto e contraddetto chi entra e chi no in classe se un alunno si becca il Covid. Una circostanza vagamente prevedibile mentre la quarta ondata dei contagi schizza in ogni dove.
A Draghi e ai suoi ministri però si perdona tutto. O per lo meno: il mainstream decanta ogni gesta, e se non ci sono se le inventa, sperando di convincerci che mai come adesso il Paese è in buone mani. Ma gli italiani non sono così fessi da bersi troppo a lungo certe storie. Di Monti – l’altro tecnocrate salvatore della Patria – basta chiedere in giro oggi che si pensa. E con Draghi sarà lo stesso. Perciò il premier non ha scelta che accasarsi al Quirinale, mentre ai partiti fa comodo che si logori a Palazzo Chigi. A costo di farla pagare a tutti noi.