Subito la buona notizia: l’Unione europea ha concesso all’Italia 13 miliardi di flessibilità sui conti pubblici. Già tirato fuori dal frigo lo Champagne per festeggiare? Bene, rimettetelo in freddo perché non ci potremo permettere né spumanti né gazzose. Quello che ieri il premier ha fatto passare come un successo in realtà è l’ennesimo insopportabile salasso a un Paese dissanguato. Con questa mancetta concessa da Bruxelles – ormai padrona assoluta dei nostri destini – Palazzo Chigi dovrà rimettere le mani in tasca agli italiani. Per evitare l’aumento dell’Iva infatti lo Stato dovrà recuperare non meno di dieci miliardi. C’è qualcuno a cui avanzano? Eppure la Commissione europea ha fatto gli straordinari, affermando di aver aumentato la flessibilità come a nessuno mai, salendo dallo 0,5% concesso dalle regole Ue fino a un inedito 0,85%. Ma andasse a quel Paese la Commissione, tutta questa Europa di burocrati e chi gli va dietro! Da anni moltissimi Stati sforano di svariati punti i parametri Ue e nessuno dice niente. Persino alla Turchia siamo andati a regalare 6 miliardi per gli immigrati e l’Italia deve sempre accontentarsi delle briciole. Inaccettabile.
L'Editoriale