Non serviva un esperto di geopolitica per capire come sarebbe finita. Il famoso piano di pace riscritto dai volenterosi, cioè un gruppo di leader europei capeggiati da Ursula Bomb der Leyen, con al seguito il guerrafondaio britannico Starmer – che ha appena invitato i sudditi di sua Maestà ad abituarsi all’idea di subire perdite umane nella prossima guerra contro la Russia – è stato respinto dal Cremlino.
Cose che capitano quando gli sconfitti, abbandonati al proprio destino dall’alleato Trump che ha rinnegato la scelta scellerata di provocare il conflitto in Ucraina, pretendono di dettare le condizioni al vincitore. Secondo il cenacolo di statisti riuniti l’altra sera dal cancelliere Merz, Putin dovrebbe rinunciare ai territori occupati e accettare la presenza di truppe Nato sul territorio ucraino. Cioè la principale causa che nel febbraio 2022 scatenò l’invasione russa dell’ex repubblica sovietica.
L’ennesimo tentativo di sabotaggio da parte europea del negoziato di pace in corso che, qualora andasse a buon fine, certificherebbe non solo il fallimento totale dei leader Ue, che non hanno mai neppure tentato una soluzione diplomatica del conflitto, ma renderebbe impossibile spiegare alle opinioni pubbliche europee il già inviso piano di riarmo da 800 miliardi, firmato Bomb dei Leyen, che proprio ieri ha visto un’accelerazione grazie al voto del Parlamento Ue.
Intanto l’Italia stanzia altri 3,5 miliardi per le spese militari. Un capitolo che ha ormai raggiunto le dimensioni di una mini-manovra, mentre il governo continua a riscrivere la Finanziaria per raschiare il fondo del barile. Per le armi, invece, i soldi si trovano sempre.