Buone notizie per il Centrosinistra. Non bastasse il successo elettorale, la Lega ha già ricominciato con i distinguo nel governo, abbandonando il Consiglio dei ministri sulla delega fiscale. Così, archiviato velocemente il flop nelle grandi città con l’alibi dei candidati scelti male, Salvini riprende subito a giocare più parti in commedia – un po’ in maggioranza e un po’ all’opposizione – noncurante del fatto che questo espediente di successo in passato oggi non funziona più, e semmai allontana gli elettori.
Di tutto ciò molti dirigenti del suo stesso partito sono ormai consapevoli, ma a quanto pare al segretario non importa, sicuro com’è che alla fine nessuno chiederà sul serio un congresso per sfilargli la poltrona. Dunque si riprende con lo stile della casa, alimentando l’instabilità in un Esecutivo di cui si fa parte pur di lucrare un po’ di visibilità, e in questo caso impossessarsi di una nuova bandiera, quella del Fisco, da affiancare all’altra, un po’ sbiadita ma sempre buona, dei migranti da sgombrare.
Un trucchetto da prestigiatore di parrocchia, visto che di aumentare le tasse non parla nessuno, e dunque la Lega va in battaglia contro un nemico da inventare, vaneggiando di aumenti catastali smentiti dall’invarianza sul gettito fiscale garantita dal ministro Franco. Si continua, insomma, con la presa in giro degli elettori, invece di affrontare il tema di una linea univoca e una leadership nel Centrodestra. Argomento che per le loro ambizioni personali né Salvini né Meloni vogliono affrontare. Pure a costo di affondare.