L'Editoriale

Dopo il televoto, tocca al voto

Dopo il televoto, tocca al voto

Dopo il televoto, tocca al voto

Manca poco e sapremo. No, non solo chi ha vinto Sanremo, o Palco a Palco nelle intenzioni di Vespa e Tribuna Politica in quelle di partiti e Quirinale. Tra la Meloni che voleva Zelensky, Fratelli d’Italia contro Rosa Chemical, tutti contro Fedez, le foibe, la Costituzione di Benigni, Mattarella, il razzismo, Salvini che non guarda, ecc. ecc. si è parlato più di tutto questo che delle canzoni, peraltro non destinate a passare alla storia.

Quello che sapremo lunedì, anche se ha fatto meno share del Festival, è il risultato della campagna elettorale per le regionali di Lazio e Lombardia, dove sedici milioni di cittadini sceglieranno gli amministratori dei principali servizi – dalla sanità ai trasporti – per i prossimi cinque anni. In entrambe le Regioni soffia forte il vento delle destre, sull’onda della luna di miele ancora di pochi mesi col governo.

Ma a parte la partenza zoppicante della Meloni, in questo voto conta la dimensione locale, e qui abbiamo due situazioni simili: in Lombardia, Fontana già misurato in una sfilza di flop (dal Covid al boom delle diseguaglianze), la Moratti vista all’opera al Pirellone con la riforma della sanità a tutta birra per i privati, e Majorino (dem e 5S) che con quei disastri nulla c’entra; nel Lazio, invece, D’Amato (Pd) è stato il braccio destro dell’uscente Zingaretti, Rocca ha fatto il super manager ospedaliero con le destre, e solo la Bianchi (5S) è il nuovo. Gli elettori, dunque, sanno che rischi corrono sulle stesse strade del passato, e possono fare la differenza. A patto di andare a votare. E resistere alle clientele.