Come si cambia per non morire, come si cambia per ricominciare… ma ve la ricordate questa bella canzone di Fiorella Mannoia? Racconta uno dei miracoli dell’amore, e a sua insaputa anche la politica italiana di queste settimane. Per non soccombere nelle urne ormai a due passi, le forze politiche stanno alzando i toni e caricando i propri elettori.
La Lega, indicata dagli ultimi sondaggi disponibili come primo partito, sente questa pressione addosso, e per questo Salvini non ha risparmiato colpi anche agli alleati, accusando però la reazione di Di Maio, complice anche l’errore di difendere l’indifendibile sottosegretario Siri.
Superato il voto del 26 maggio, però, si dovrà cambiare ancora, per ricominciare a governare e non lasciare il Paese in mutande in vista di una Manovra economica al limite dell’impossibile, tra clausole di salvaguardia e impegni solenni a non aumentare l’Iva e altre mazzate varie. Certo, la campagna elettorale non ha risparmiato colpi bassi, e bisognerà vedere quanto i due leader continueranno ancora ad avvelenare i pozzi prima di tornare a un tavolo con i dati elettorali acquisiti.
La mancanza di una maggioranza alternativa lascia però poche scappatoie, a meno di assistere a un risultato elettorale oggi imprevedibile. Fatto dunque un tagliando al contratto, e probabilmente qualche modifica alla squadra dei ministri, i gialloverdi potranno continuare a governare. Le distanze tra M5S e Lega sono siderali, ma di cose da fare ce ne sono tante. E la prima di tutte è non buttare all’aria tutto quello che è stato fatto sinora.