Che diavolo quel Grillo! Quando uscì dal primo confronto con Draghi e disse che gli era sembrato un 5 Stelle, Beppe sembrò averla sparata grossa. C’era da decidere se restare al governo o meno, e il premier incaricato da Mattarella era il simbolo di tante battaglie del Movimento, a partire dal rifiuto di un predominio tecnocratico e finanziario sulle scelte politiche, o in massima sintesi, sui ricchi sempre garantiti e i poveri che pagano il conto.
Ora sapete come si dice: “chi nasce tondo non muore quadrato”, e dunque il beneficio del dubbio ce lo teniamo, ma la denuncia fatta ieri da Draghi sul tradimento degli accordi di Parigi per il clima sembra aver concretizzato la profezia di Grillo. Mentre lo stesso ministro della Transizione ecologica, Cingolani, rispolvera l’idea del nucleare, e i vecchi partiti al servizio del mondo economico chiedono di rallentare la transizione verde (che le imprese non si sognano di pagare), il presidente del Consiglio ha parlato di svolta radicale nella sostenibilità ambientale, proteggendo i più deboli dai costi sociali.
Concetti che i 5S non esprimerebbero diversamente, e ricordiamo che la seconda stella è quella dell’Ambiente. Dalla strada tracciata per ridurre le emissioni inquinanti, dunque, non si torna indietro. E boutade a parte, come quella del nucleare, si prosegue sulla rotta del Green New Deal, senza scaricarne gli oneri sulle bollette elettriche di famiglie e piccole imprese. Un percorso sul quale Conte ha appena messo in riga Cingolani, e i 5 Stelle in Parlamento ora più che mai sono chiamati a vigilare.