L'Editoriale

Due milioni di problemi per Giorgia

Il messaggio è stato recapitato: l’Italia sta con la Flotilla, condanna il genocidio a Gaza e i crimini di Netanyahu su cui Meloni è inerte.

Due milioni di problemi per Giorgia

Aveva accusato la Flotilla di voler creare problemi al governo. E a giudicare dai due milioni di italiani, uomini e donne, padri e figli, ragazzi e ragazze che ieri hanno riempito oltre cento piazze italiane a sostegno degli attivisti della missione – illegalmente fermati dalle autorità israeliane – e contro il genocidio a Gaza, i timori di Giorgia Meloni si sono rivelati più che fondati.

Non sono servite le minacce di precettazione e di multe salate del solito Salvini né la bocciatura del Garante (per mancato preavviso) a fermare la muraglia umana che ha risposto alla chiamata dello sciopero generale indetto da Cgil, Usb, Cub e Sgb. Non sono bastate neppure le accuse, rivolte da Meloni agli attivisti della Flotilla, di mettere a rischio il Piano di pace di Trump né quelle riversate sui manifestanti alla vigilia della protesta a colpi di slogan (“Nulla per Gaza, solo disagi per gli italiani”, “Non vogliono la pace ma il week end lungo”) a fermare lo tsunami che il governo ha tentato in ogni modo di disinnescare. E neppure gli incidenti, isolati e marginali rispetto alle imponenti manifestazioni che hanno riempito le piazze italiane dei colori della Palestina, hanno aiutato più di tanto le destre ad aggrapparsi alla solita equazione tra sciopero e violenza.

Il messaggio è stato recapitato: l’Italia sta con la Flotilla, condanna il genocidio a Gaza e i crimini di Netanyahu su cui il governo continua a restare inerte. Se pensava che una quarantina di attivisti volessero mettere in difficoltà il governo, da ieri Meloni si ritrova a fronteggiare non uno, ma due milioni di problemi.