L’Italia avrà tra poco un nuova legge elettorale e i riflettori del mondo accesi addosso per l’Expo. Se non sapessimo quanta polvere c’è sotto il tappeto, dovremmo solo essere lieti per questi due traguardi. Dopo un anno di battaglie parlamentari, infatti, la partita dell’Italicum sarebbe ancora in alto mare senza la forzatura del premier. Minoranza dem e tutte le altre opposizioni avrebbero lasciato volentieri la riforma in ghiacciaia fino alla fine della legislatura. L’Expo invece è il solito miracolo italiano. Dopo aver dormito anni, permesso a faccendieri e criminali di infiltrarsi negli appalti, speso più di quanto sarebbe stato necessario, alla fine domani vedremo aprire i cancelli della grande esposizione universale. Recriminare sui nostri errori sarà necessario e doveroso, ma adesso quello che conta è solo dare l’immagine migliore possibile del nostro Paese. Farci prendere dal solito tafazzismo, magari permettendo a pochi sindacalisti di paralizzare i trasporti e l’intera manifestazione significherebbe buttare via i soldi, l’impegno e le aspettative investite da un’intera nazione. Le sfide dunque sono grandi e solo all’inizio. Ma vincerle, nonostante tutto, può farci solo bene.
L'Editoriale