Rimangiarsi le promesse è un’abitudine della politica, ma farlo senza metterci la faccia è una specialità per pochi. Al momento, a detenere il primato nazionale è saldamente la Meloni, che in pochi mesi di governo ha ribaltato montagne di impegni elettorali: dalle accise al pos, dal blocco navale alle pensioni, e qui non c’è spazio per tutto l’elenco.
A seguire se la giocano i suoi ministri, con Salvini in prima fila, anche se comincia a tallonarlo da vicino Lollobrigida, convinto sostenitore delle teorie razziste sulla sostituzione etnica e però allo stesso tempo promotore di un aumento dei flussi degli immigrati fino a mezzo milione di persone. Aumentare i salari per chi lavora nei campi non sta bene, e allora ecco la trovata di aumentare gli schiavi.
Tutti questi signori hanno però un nuovo temibile concorrente. Certo, ora potreste pensare al sindaco Gualtieri, che nel suo programma aveva escluso la costruzione di un inceneritore per i rifiuti di Roma. Ma nel torneo su chi frega di più gli elettori, ecco che si fa largo la segretaria del Pd, Schlein.
Entrata al Nazareno senza che il vecchio partito la sentisse arrivare, adesso continua a non farci sentire che ha di diverso rispetto alla politica bellicista di Letta e Bonaccini, o ai finti ambientalisti che vogliono costruire alle porte della Capitale il più grande impianto inquinante per il trattamento dei rifiuti di tutto il Centro e Sud Italia. L’idea è di Gualtieri, ha detto ieri la leader dem. Ma per smaltire certe facce di bronzo ci vuole già un inceneritore più grande.