L'Editoriale

Era tutto già scritto. Purtroppo

Era tutto già scritto. Purtroppo

Non è mai bello dire: “L’avevamo detto”. Specie quando le previsioni più negative finiscono per materializzarsi. Ma è un dato di fatto, certificato adesso anche dall’Autorità nazionale anti-corruzione (Anac). Non ci voleva del resto una grande abilità per capire dove certe riforme volute dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene sarebbero andate a parare. Ed ora che nella sua relazione annuale al Parlamento l’Anac mette in fila la lista dei poco invidiabili traguardi raggiunti, della propaganda delle destre resta solo l’eco di una lunga serie di avvertimenti e allarmi inascoltati.

Ritardi delle opere del Pnrr (in alcuni settori la spesa è inferiore al 30% delle risorse destinate), preponderanza degli affidamenti diretti (pari al 98% dell’acquisto di servizi e forniture), troppi morti sul lavoro dovuti anche alle catene infinite di subappalti, “l’eccesso di frazionamento artificioso degli appalti per rimanere al di sotto delle soglie di legge, dietro cui sovente si nascondono sprechi e infiltrazioni criminali e mafiose” oltre, ovviamente, all’abolizione del reato di abuso d’ufficio che non è stato rimpiazzato con nessun altro “filtro” contro la corruzione, nonostante le promesse dell’esecutivo.

Una galleria degli orrori in cui trova spazio anche un capitolo dedicato ai “troppi casi di conflitto d’interessi”, alle “recenti riduzioni di tutele a garanzia dell’inconferibilità”, che mettono in discussione la separazione fra politica e gestione, e alla “grave carenza di una disciplina organica delle lobby” con il conseguente indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell’indipendenza e correttezza dell’agire pubblico.

Risultato? “In una crescente commistione di ruoli, l’affarismo corruttivo si insinua nella stessa formulazione delle regole – spiega il presidente dell’Anac, Busìa -. Fino ai casi estremi di cattura dello Stato, quando la corruzione diviene così sistemica che gli interessi privati determinano a proprio vantaggio i processi decisionali pubblici”. Come dire, la corruzione si infiltra perfino nelle regole. Non è mai bello dire: “L’avevamo detto”. Ma purtroppo era tutto già scritto.