Prima bisognava avere pazienza, perché c’erano le elezioni europee e in campagna elettorale ogni forza politica tira acqua al suo mulino. Poi c’era da arrivare a questo benedetto 20 luglio, ultimo giorno utile per sperare di votare prima della sessione di bilancio. Inevitabile che il nervosismo dilagasse, amplificato da due netti errori politici di Salvini su Russiagate e alleanze in Europa.
Nel primo caso, il rifiuto di rispondere in Parlamento ha aggiunto petrolio al fuoco di un’inchiesta oggettivamente inquietante. Il secondo disastro è invece l’isolamento a Bruxelles, dove la Lega ha reso del tutto inutili milioni di voti degli italiani, facendo l’opposizione a tutto, dalla neo presidente della Commissione, von der Leyen, a governi sovranisti come l’Ungheria di Orban, che invece la tedesca uscita dal compromesso con la Merkel l’ha votata.
Ora dal Carroccio possono strillare che solo loro non fanno accordi con chi ha interessi distanti dall’Italia, ma nell’Europarlamento non toccheranno palla, al contrario dei Cinque Stelle che potranno imporre qualche punto del proprio programma.
Le forze euroscettiche, sia ben inteso, avrebbero avuto il sacrosanto diritto di rivoltare i tavoli in cui si è decisa l’austerità che ci massacra da anni se però i cittadini europei con il loro voto non avessero deciso diversamente.
La Lega, comunque, ha voluto fare la sua mossa, anche a costo di sacrificare il commissario in pectore, Giorgetti, ora legittimato a unirsi alla fronda dei capibastone leghisti più incazzati, con in testa Zaia e Fontana, convinti di potersi scrivere una legge sulle autonomie peggiore della pessima riforma del Titolo Quinto.
Scavallata la giornata di oggi e svanite le urne, almeno fino a primavera, non ci sono però più scuse per giustificare le liti continue degli ultimi mesi. Di cose da fare ce ne sono tante e la fase due non si fa cambiando qualche ministro o sottosegretario, ma smettendola di azzuffarsi su tutto. D’altra parte, i risultati prodotti nel primo anno di Governo – occupazione ai minimi dal 1977, debito pubblico per la prima volta in calo a giugno, forte riduzione del precariato, i mutui al tasso medio più basso di sempre, crollo degli sbarchi di immigrati e molto altro ancora – dimostrano che quando 5S e Lega si occupano delle loro competenze sanno fare cose da grandi. I capricci lasciamoli ai piccini.
L'Editoriale