L'Editoriale

Fontana e una tregua necessaria

Ieri ho ricevuto non poche telefonate e messaggi in cui mi si chiedeva se ero stato davvero io a dire nella trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio che sull’ospedale in Fiera a Milano il governatore Fontana non ha sbagliato. Ma come: dopo aver denunciato una quantità industriale di errori nella sanità lombarda – dalle scelte folli sulle Rsa al camici-gate – proprio adesso che la Procura di Bergamo indaga gli ex vertici dell’ospedale di Alzano ipotizzando che non abbiano neppure fatto la sanificazione della struttura, diamo merito al presidente della Regione per quella che è stata finora una tipica cattedrale nel deserto?

Ebbene sì, nell’emergenza che si viveva all’inizio della pandemia aver permesso la costruzione dei padiglioni in Fiera è stata una decisione di programmazione sanitaria, discutibile per l’enfasi propagandistica con cui la si è affidata all’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, fatto passare per salvatore della Patria in un’operazione invece resa possibile dalle donazioni di privati, e di certo non paragonabile alla costruzione dei grandi ospedali tirati su in pochi giorni in Cina. Tant’è vero che appena aperta, la sedicente prova dell’intera laboriosità lombarda è stata richiusa, più per la mancanza di personale che di malati.

Ma già in quell’epoca tutti gli esperti – per una volta prendendoci – prevedevano la seconda ondata della pandemia e dunque avere ora un numero aggiuntivo di terapie intensive torna indiscutibilmente utile. Poi ci sarà tempo per chiedere conto a Fontana di ogni cosa, comprese le ombre inquietanti emerse nell’ultima inchiesta di Report, ma di fronte a quasi 20mila contagi al giorno e centinaia di nuovi ricoveri (di cui un quarto in Lombardia) ora faremmo tutti bene ad abbassare i toni, anche riconoscendo le cose positive fatte da chiunque. La destra che dice bugie accusando il Governo di non aver fatto nulla per affrontare l’attuale impennata dei contagi avrà questa stessa onestà intellettuale? A sentire quello che Salvini e Meloni vomitavano fino a ieri su Conte e la Azzolina è meglio non scommetterci.