L'Editoriale

I giochi di Salvini costano

Può darsi che Salvini non abbia elaborato il lutto per il sorpasso elettorale della Meloni in molte città, e quindi si agiti per riconquistare la piazza.

I giochi di Salvini costano

Può darsi che non abbia elaborato il lutto per il sorpasso elettorale della Meloni in molte città, e quindi si agiti per riconquistare la piazza. Diversamente, le ultime uscite di Salvini sono il preludio di uno spettacolare suicidio politico, con l’aggravante di aver già sbattuto il muso sulla crisi del Papeete. All’epoca la Lega era determinante nella maggioranza giallo-verde, e ciò nonostante finì all’angolo. A maggior ragione adesso, che Draghi con o senza i leghisti ha comunque un ampio sostegno parlamentare, gli attacchi al premier – rifiutandosi però di andare all’opposizione – fanno diventare le proteste della Lega una farsa.

Di questo i dirigenti più avveduti del Cartoccio sono ormai consapevoli, ma nel partito non sembra esserci nessuno col coraggio di sfidare il segretario a un congresso, mentre Berlusconi e Meloni non aspettano altro che l’alleato restituisca i voti cannibalizzati nella coalizione. Dunque è fuori luogo parlare di crisi di governo per le paturnie del Capitano, che più abbaia e meno morde, anche quando sale di livello con le frottole.

La storiella dei cattivi che vogliono nuove tasse, e che cambiano il catasto (nel 2026) per aumentare il carico fiscale si schianta infatti sulla delega data a un governo che non ha mai parlato di maggiori imposte, garantendo l’invarianza del gettito, mentre non c’è nessuno che abbia mai chiesto di elevare il carico fiscale, soprattutto sul ceto medio e sulle imprese, dove invece si vogliono fare arrivare più risorse, a partire da quelle del Pnrr e delle riforme promesse all’Europa. Irresponsabili giochetti di Salvini permettendo.

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