Strano che nessuno dei suoi lacchè ricordi alla Meloni com’è finita a Joseph Goebbels, il gerarca nazista a cui si attribuisce questa frase: “ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità”. Il capo della propaganda di Hitler si suicidò dopo aver distrutto la Germania e l’Europa.
Ora speriamo vivamente di non rivedere mai più quell’orrore, ma intanto il metodo della premier nel raccontarci le cose è identico a quello che il secolo scorso illuse Berlino. Così il suo disastro sul Patto di stabilità non esiste, mentre i guai del Paese sono frutto “di chi ha governato prima”. Eppure, i fatti dicono in modo inconfutabile che lei in Europa si è piegata sulla spesa pubblica, mentre Conte ha portato 230 miliardi del Pnrr.
Allo stesso modo, il collasso della sanità – dice Giorgia – è colpa di chi c’era prima, e pazienza se prima c’era anche lei e metà del suo esecutivo. La madre di tutti gli sprechi, poi, è il Superbonus 110%, con cui nel 2021 il nostro Pil è cresciuto dell’8,3%. Adesso che governa lei, secondo Bankitalia sarà grasso che cola se la crescita arriverà allo 0,7. Ma è con le privatizzazioni che Meloni raggiunge i più grandi ciarlatani della storia.
Nel 2018 la leader di Fratelli d’Italia tempestava i social per impedire la vendita delle aziende pubbliche, e in particolare di Poste Italiane. Tutto il contrario di quello che si appresta a fare, dopo aver già consegnato Tim a un fondo speculativo americano. La dignità, se non un briciolo di onestà intellettuale, imporrebbero dunque di smetterla con le balle, ma evidentemente il Goebbels che è in lei non lo consente.