Dopo aver spellato i poveri togliendo il Reddito di cittadinanza, ieri Giorgia Meloni è riuscita a far piangere anche banche e risparmiatori, provocando con un imperdonabile dilettantismo il crollo dei titoli degli istituti di credito in Borsa. Purtroppo la nostra premier fa casini pure quando fa (raramente) una cosa giusta.
E se è del tutto condivisibile che chieda al settore finanziario di dare una mano ai conti pubblici tassando gli extraprofitti, è da kamikaze che prima di annunciare la tassa non abbia avvisato nessuno, prendendo di sorpresa tutto il comparto, che così non ha potuto attutire il colpo.
Da Bper (solo ieri -10,9%) a Monte Paschi (che è in gran parte dello Stato e ha perso il 10,8%), da Intesa Sanpaolo (-8,6%) a Unicredit (-5,9%), tutti i Gruppi hanno perso in un giorno solo nove miliardi di euro di capitalizzazione (più di un anno del Reddito di cittadinanza), con un danno ingentissimo per gli investitori, tra cui decine e decine di migliaia di famiglie italiane.
Non bastassero l’inflazione, i mutui alle stelle, le bollette e le tasse, in questo modo il governo ha inflitto al Paese un’altra piaga, e senza pagarne dazio. Sulla Rai in vacanza, quel poco di informazione che resta tra i programmi in replica si guarda bene dal raccontare i disastri dell’Esecutivo, mentre a Mediaset si parla della Meloni solo per dire quanto è brava.
I ministri più incapaci di sempre, con la loro degna capobanda, possono continuare perciò a fare tutti i disastri che vogliono. Tanto alla fine sarà a noi che lasciano il conto.