L'Editoriale

Giornalisti e amici di Gasparri

Il neonato sindacato dei giornalisti Rai ha invitato al battesimo di questa associazione con tendenza a destra il senatore Maurizio Gasparri.

Giornalisti e amici di Gasparri

Semmai sfuggisse a qualcuno il livello infimo dell’informazione in Italia, ieri ci ha pensato il neonato sindacato dei giornalisti Rai a rivelarlo, invitando al battesimo di questa associazione con tendenza a destra il senatore Maurizio Gasparri. L’autore della legge che ha distrutto l’emittenza locale a vantaggio di Mediaset è chiamato in questi giorni a rispondere degli attacchi alla trasmissione Report in Commissione di vigilanza, pur sapendo di essere oggetto di un’inchiesta in corso.

In questo modo avrebbe utilizzato a fini personali la sua funzione pubblica, a danno di un programma dell’azienda di Stato dove lavorano giornalisti che evidentemente per il nuovo sindacato non esistono. Siamo, insomma, alla guerra allo scoperto in un servizio pubblico che da Vespa in giù ha rinunciato a fare da cane da guardia del potere, diventandone un chihuahua. Fuori da una Saxa Rubra ridotta in TeleMeloni sopravvive però qualche giornalista con la schiena dritta.

Battitori liberi che il Parlamento sta per mettere a posto, ora che il senatore Alberto Balboni, meloniano, ça va sans dire, ha proposto una legge con risarcimenti economici altissimi in caso di condanna per diffamazione. Pene pure comprensibili se non fosse che nei processi i potenti di turno con stuoli di avvocati riescono spesso a farsi dare ragione, pur avendo torto marcio. Così, se passerà la legge, sarà ancora più pericoloso fare sul serio questa professione. E ad informarci non resteranno quelli che su un palco di giornalisti applaudono il politico Gasparri.