«L’Italia e la Francia sono amiche e alleate», dichiara oggi Giorgia Meloni. Parole di ordinanza che svuotano la cronaca recente di ogni peso e raccontano un rapporto artefatto. Perché la lista degli insulti e degli attacchi rivolti da lei e dalla sua maggioranza a Emmanuel Macron è lunga e documentata.
Meloni stessa, nel febbraio 2023, definì «politicamente sbagliata» l’esclusione dell’Italia dal vertice con Zelensky organizzato a Parigi da Macron. A maggio dello stesso anno, in risposta alle critiche francesi sulla gestione dei migranti, Meloni liquidò le accuse con un’alzata di spalle pubblica, mentre il suo ministro Lollobrigida denunciava le «baruffe della Francia contro l’Italia».
Il G7 del 2024 segnò un ulteriore strappo: Meloni accusò Macron di «fare campagna elettorale» durante un vertice internazionale, mascherando così un duro affondo personale. Nel 2025, in occasione del vertice di Tirana sull’Ucraina, la premier rigettò l’ipotesi di invio di truppe, definendo la linea francese incoerente. La replica di Macron fu glaciale: «False informazioni».
Se Meloni gioca al doppio binario, Salvini si incarica di demolire ogni formalismo diplomatico. A marzo 2024 il leader leghista bollava Macron come «guerrafondaio», pronto a «rischiare l’Europa» per le sue proposte sull’Ucraina. Pochi mesi dopo, nel marzo 2025, rincarava: «Se oggi comandasse Macron un esercito europeo, saremmo sull’orlo della guerra. No, grazie».
Nel repertorio degli insulti spicca poi il “fuorionda” di Laura Ravetto (Forza Italia), che nel 2019 definì Macron «quel figlio di puttana» per la sua politica migratoria.
Eppure oggi, come se nulla fosse mai accaduto, Meloni ricuce: «A volte i leader discutono, ma questo non compromette nulla». La verità è che, per Giorgia Meloni, l’amicizia è una variabile accessoria, subordinata all’utilità politica del momento. Ieri l’offesa, oggi la stretta di mano, domani chissà. La linea non è la coerenza: è la convenienza. E con questo metodo si può essere ogni giorno amici o nemici di tutti. C’è un piccolo problema: così manca la politica.