La Raggi non ha neppure smesso di sciare, lasciando come un pupazzo di neve l’inviato delle Iene arrampicatosi sino in montagna per informarla di qualche irregolarità nella raccolta delle firme con cui è stata candidata sindaco. Problemi del genere non sono nuovi tra i Cinque Stelle, così come in tutti gli altri partiti. La notizia non è perciò che i delegati del Movimento possano essersi aiutati nell’affrontare la burocrazia elettorale, ma l’assurdità di un sistema che obbliga a raccogliere un certo numero di firme come si faceva ai tempi di Matusalemme. Lex dura lex, per le opposizioni alla prima cittadina ce n’è comunque abbastanza per svergognare Virginia e tutto il cucuzzaro che l’ha mandata in Campidoglio. Un errore assoluto. Continuare ad attaccare con mezzucci chi è stato eletto con un plebiscito popolare finisce solo per rafforzare il senso di assedio ai Cinque Stelle. Signori che già di loro vedono complotti dappertutto, ma che così sono effettivamente trasformati in vittime di ogni genere di attacchi, diventando perciò più simpatici e acchiappando ancora più voti. Senza contare l’alibi, a fine mandato, per poter giustificare le promesse mancate.
L'Editoriale