L'Editoriale

Gli elettori l’ostacolo più difficile

Beati loro che non vedono ostacoli insormontabili. Uscendo ieri pomeriggio dal primo incontro tra capigruppo di 5S e Pd (questi ultimi entrambi renziani “commissariati” dall’inserimento di Orlando), è apparso chiaro che le basi per un’intesa di Governo c’è tutta. Poi in serata si sono visti a cena direttamente Di Maio e Zingaretti, e a quanto si sa le portate non sono rimaste sullo stomaco a nessuno. I pentastellati vogliono assolutamente il provvedimento bandiera del taglio dei parlamentari, e Giuseppe Conte ancora Presidente del Consiglio. Da parte sua, il segretario dei Democratici ha elencato le proprie priorità, tra cui una sorta di agenda sociale, e oggi si ricomincia a costruire, smussare gli angoli, accorciare le distanze che a Salvini erano sembrate così siderali da far cadere l’Esecutivo gialloverde senza considerare il cambio di cavallo in corso. Ora se si riuscirà a trovare la quadra non lo sa nessuno, ma dopo il supplemento di tempo concesso da Mattarella le possibilità sono cresciute. Tutto bene dunque? Neanche per niente. C’è infatti un ostacolo che in democrazia dovrebbe essere sempre insormontabile, e cioè la forte resistenza dei sostenitori grillini e del partito di Bibbiano. Parlare al proprio popolo e spiegare il senso di un ‘operazione che il Centrodestra insisterà tutta la vita a definire di Palazzo, è l’impresa più difficile che manca per far partire il Governo più impensabile del mondo.