L'Editoriale

Gualtieri e i codardi del 110%

Correndo in soccorso del ministro dell’Economia, Giorgetti, Gualtieri ha bocciato la misura che ha messo in salvo l’edilizia e il Pil del Paese dopo la pandemia.

Gualtieri e i codardi del 110%

Nessuna paura per i romani che si sono dimenticati di avere un sindaco. La città è scesa a un tale livello di sporcizia e incuria da capirli benissimo. D’altra parte, il diretto interessato, Gualtieri, in quanto a memoria sta peggio di loro.

Correndo in soccorso del ministro dell’Economia, Giorgetti, – attualmente indisposto per il mal di pancia procurato dal Superbonus 110% di Conte – il primo cittadino della Capitale ha bocciato la misura che ha messo in salvo l’edilizia e il Pil del Paese dopo la pandemia, oltre ad aver avviato gli unici cantieri che si vedono nel Comune che dovrebbe amministrare.

Il Superbonus che andava bene quando fu lanciato, con lo stesso Gualtieri ministro dell’Economia, a suo dire è diventato un disastro negli anni dopo, per colpa del solito Conte che si è ostinato a far prorogare una norma immaginata (da chi?) come temporanea. Quella proroga, però, non trovò il voto contrario del Pd, di cui Gualtieri era un autorevole membro.

E nemmeno delle destre, compresa Fratelli d’Italia, unica forza che con Draghi premier stava all’opposizione, ma sugli incentivi all’edilizia diceva ogni bene, anzi prometteva incassi più veloci alle imprese del settore. Invece di rivendicarne gli effetti economici e ambientali positivi, confermati pure ieri da Nomisma, gli smemorati che negli anni scorsi difendevano il Superbonus ora dunque se ne lavano le mani, come se Conte l’avesse potuto imporre da solo. Pentiti e codardi insieme. Con una faccia di bronzo che nemmeno un Superbonus al 200% basterebbe per ristrutturare.