L'Editoriale

I balneari e la destra dei privilegi

Il partito della Meloni, che toglierà il Reddito, ha presentato un emendamento per allungare le concessioni balneari.

I balneari e la destra dei privilegi

Forte con i deboli e tappetino con i forti. Il partito della Meloni, che toglierà il Reddito di cittadinanza con cui sopravvivono tre milioni di poveri, ieri ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe per allungare ancora una volta le concessioni balneari. Per capirci: si tratta dei permessi con cui dei fortunati gestiscono da decenni le nostre spiagge, senza consentire a nessuno di subentrare e pagare il giusto per le aree demaniali.

La responsabilità di aver garantito un privilegio senza pari in Europa, va detto, non è solo delle destre, perché anche a sinistra si sono dati da fare per cristallizzare il sistema delle concessioni, ma adesso eravamo all’ultimo metro prima di far cadere questa sorta di diritto divino sui titolari di lettini e ombrelloni. In realtà, tra i beni pubblici dove non si può nemmeno parlare di aste e libero mercato ce ne sarebbe un altro: l’utilizzo dell’etere su cui sta quasi gratuitamente seduto Berlusconi, ma figuriamoci se qualcuno si sogna di andare a bussare al padrone del vapore.

Restiamo perciò sui balneari, per i quali andavano determinate entro il 31 dicembre prossimo le sanzioni in caso di permanenza sul suolo pubblico senza aver fatto le gare. Come se fine anno fosse domani, Fratelli d’Italia ha già concluso che non c’è tempo per i bandi e proposto l’ennesimo rinvio, per quanto la data fissata dal governo Draghi sia uno degli impegni presi con Bruxelles nel pacchetto del Pnrr. Un nuovo segnale, semmai ne servissero ancora, che con questo governo i privilegi dei soliti noti non si toccano.