Il Pd fa la festa a Renzi, Salvini l’ha fatta a Berlusconi e Di Maio si gode il trionfo in piazza. Si divertano, perché appena avranno finito e si comincerà a parlare di governo dovranno spiegarci perché non c’è più niente da festeggiare. Le ipotesi strampalate del Movimento che cerca al buio i voti in Parlamento, della Lega che tradisce il Centrodestra per fare accordi con Grillo e via di lì con le orde di responsabili pronte a tutto pur di salvare lo scranno, si scioglieranno presto come neve al sole. Dai nostri politici siamo abituati ad aspettarci di tutto, ma la convinzione che la legislatura possa essere corta indurrà gli eletti a non fare scherzi e i partiti a non disperdere la credibilità che hanno con gli elettori. Alla fine dunque resterà solo la strada stretta di un Governo di scopo, guidato da una personalità che possa andare bene a tutti o quasi, con l’obiettivo di approvare una nuova legge elettorale (stavolta con un premio di maggioranza o qualche altra soluzione che garantisca la governabilità) e poi tornare al voto. I partiti in questo modo non ci metterebbero la faccia, ma si limiterebbero a dare l’appoggio in Parlamento solo sulle cose concordate. In questo scenario quale può essere l’identikit del premier? La prima caratteristica è che sia digeribile al Centrodestra e ai Cinque Stelle senza essere inaccettabile al Pd e ai mercati. Personalità come Cantone, Cottarelli, l’economista Zingales o la commissaria Ue Mogherini potrebbero avere il profilo giusto. E non è da escludere che il loro curriculum non siano già sul tavolo di Mattarella.
L'Editoriale