L'Editoriale

I fascisti senza camicie nere

Strano che la premier Meloni, così occhiuta da scovare segretissimi complotti contro di lei, non si sia accorta di un imponente raduno di fascisti in camicia nera.

I fascisti senza camicie nere

Strano che la premier Meloni, così occhiuta da scovare segretissimi complotti contro di lei, non si sia accorta di un imponente raduno di fascisti in camicia nera, che per legge andava impedito non di meno di un vietatissimo rave party. Un appuntamento, peraltro, ampiamente previsto, perché da decenni l’estrema destra romana si auto-convoca per commemorare i fatti di Acca Larentia.

Mai, però, si erano visti tanti nostalgici organizzati in modo militare, con tanto di saluto romano e tutto il repertorio del regime. Segno inequivocabile che con questo governo i nemici della democrazia non hanno più argini, e se la faccenda finirà derubricata al pari delle pagliacciate di un sottosegretario mascherato da nazista o degli spettatori del cinema in Friuli-Venezia Giulia in divisa dell’esercito di Hitler, allora non meravigliamoci più di niente, compresa la progressiva sparizione dei diritti fondamentali, libertà compresa.

Basti vedere come ci stiamo rassegnando a perdere alcune conquiste storiche. La sanità pubblica è massacrata a vantaggio di quella privata, il sostegno alle persone fragili sta sparendo, il Nord più ricco è sul punto di mollare al suo destino il Sud, spazzando via con l’Autonomia regionale differenziata la solidarietà che ci lega in un unico Paese.

Il fascismo, perciò, quello fatale e pericoloso come un secolo fa, non è fatto solo dai manipoli riesumati degli squadristi, ma dall’indifferenza verso lo sfaldamento dello Stato e di un patto sociale che migliaia si italiani hanno costruito anche col sangue.