L'Editoriale

I renziani affamati di poltrone

Chissà chi sta messo peggio tra i due Matteo, uno che oggi rischia di finire sotto processo per la vicenda Open Arms e l’altro che ormai stabile nei sondaggi sotto al 5% comincia a non governare più la sua truppa. Proprio per questo motivo ieri al Senato è saltato l’accordo politico sulle presidenze delle commissioni parlamentari, col risultato di fare anche un regalo alla Lega, che ha tolto all’unico designato di Leu – Piero Grasso – la guida della commissione Giustizia. Stesso finale di un’altra votazione, in commissione Agricoltura, dove il pasticcio l’hanno fatto invece i Cinque Stelle, in questo caso per evidenti personalismi dei pretendenti. È però la vicenda precedente quella che ha aperto un solco gigantesco nella maggioranza, con le successive ripercussioni alla Camera, dove a tarda sera non si capiva più niente, e i soliti renziani provavano a scippare spazi a chicchessia, scatenando l’ira del Movimento e comprensibilmente di Leu, col ministro Speranza che lasciava polemicamente il Consiglio dei ministri. Così quella che era cominciata come una giornata positiva per i giallorossi, con il premier Conte che a Montecitorio gelava le destre sullo stato di emergenza e poi incassava senza problemi il via libera di Palazzo Madama allo scostamento di bilancio, si è trasformata in un Calvario che sicuramente avrà dei postumi. Purtroppo davanti ai giochi di Palazzo e alle poltrone i renziani non sentono ragioni. E con certi compagni di viaggio la strada non può che farsi sempre più dura.