L'Editoriale

I rifiuti ce li faranno mangiare

Ci ha messo appena un mese dall’elezione per gettare la maschera. Il nuovo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ieri ha presentato le linee programmatiche del suo mandato.

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I rifiuti ce li faranno mangiare

Ci ha messo appena un mese dall’elezione per gettare la maschera. Il nuovo sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ieri ha presentato le linee programmatiche del suo mandato, mettendo insieme una delle più grosse collezioni al mondo di chiacchiere da bar. Scena muta, invece, su dove e quando si faranno le discariche di servizio o gli impianti per il trattamento dei rifiuti che la Regione governata dal compagno di partito Zingaretti da anni si rifiuta di programmare.

E dire che questa è stata la madre di tutte le critiche che il Pd ha mosso all’ex sindaca Raggi. Siamo davanti, dunque, alla plateale ammissione di una immensa presa in giro, rafforzata dai primi due segni di disperazione. Il primo, nei giorni scorsi, è stato il tentativo di spedire nuovi tir pieni di spazzatura in Toscana e in altre città del Nord Italia. Tentativo fallito per il rifiuto dei rispettivi amministratori locali. Ancora più evidente, al limite del danno erariale, è stata però la seconda prova dell’improvvisazione con cui l’ex ministro dell’Economia vuole guidare la Capitale.

Senza aspettare la fine del casting per scegliere il nuovo manager dell’azienda comunale dei rifiuti, il primo cittadino si è impegnato ad elargire un bonus di 360 euro agli operatori ecologici che prometteranno di non ammalarsi (leggi l’articolo). Un’offerta che evidentemente sottintende l’esistenza di un nuovissimo vaccino, visto che ad oggi nessuno può sapere se ci beccheremo anche un semplice raffreddore. La “sparata”, però, ha svelato la ripartenza del vecchio assalto alle casse pubbliche.

E quindi prepariamoci a rivedere quei buchi nei bilanci che la Raggi con fatica aveva cominciato a rammendare, risultando per questo meno simpatica dei soliti politici spendaccioni. Che tanto poi i buffi mica li pagano loro. Basti pensare che la precedente Giunta capitolina si trovò i conti dell’Ama (l’azienda dei servizi ambientali) non approvati da anni.

Roba che un comune cittadino finisce dritto dritto dal giudice fallimentare. Anche se con questi chiari di luna prima del tribunale a Roma servirà una mega fabbrica di digestivi, perché messo e non concesso un regalo extra a chi raccoglie la spazzatura, se poi non c’è dove portarla, i netturbini che devono fare? Se la devono mangiare?