L'Editoriale

I servi sciocchi della guerra

Con sprezzo del ridicolo, ieri Biden ha detto che riempire di carri armati l’Ucraina non è un’offensiva contro Mosca.

I servi sciocchi della guerra

Scusate se torno sulla guerra, ma se un giorno resterà poco o nulla di noi, ci terrei che restasse la prova di qualche voce diversa dal coro di chi ci sta portando alla catastrofe. Il primo della lista è Putin, ma sulla stessa linea c’è una folla di spericolati, a partire da Biden.

Con sprezzo del ridicolo, ieri il capo della Casa Bianca ha detto che riempire di carri armati l’Ucraina non è un’offensiva contro Mosca, e chissà perché i russi non l’hanno capito, e per risposta hanno sperimentato un nuovo missile ipersonico. Purtroppo, il presidente americano ha bisogno di questa guerra come il pane, per sperare di vincere le prossime elezioni e far correre l’economia Usa sulle spalle di quella europea massacrata dal caro energia.

Perciò non c’è al mondo un solo canale diplomatico aperto, e alle armi si risponde con altre armi, in un’escalation che ha un epilogo già scritto. Noi europei siamo in scia a questo gioco, e l’Italia, al pari dei nostri partner, butterà via altre centinaia di milioni, inviando mezzi militari che aiuteranno ad allungare i combattimenti. Non c’è altra tattica, o strategia, dietro la cieca ubbidienza alla logica di una guerra che nessuno può vincere.

“Parole da anime belle, da pacifisti che vivono sulla luna, perché il Cremlino non vuole trattare”, è la solita replica, ma a trattare sul serio, offrendo la fine delle sanzioni invece che inviando nuovi cannoni, ci abbiamo mai provato? La risposta è no. E basta questo per capire che sulla luna non ci sono i pacifisti, ma i servi sciocchi di chi da questa guerra ha tantissimo da guadagnare.