Tolti i soliti arnesi della propaganda elettorale, una delle poche contestazioni mosse seriamente ai Cinque Stelle è quella di essersi presentati come forza politica anti-europea, mentre oggi sostengono un Governo europeista col Pd. Detta così, il Movimento avrebbe fregato i suoi sostenitori e pertanto merita di essere ricambiato con la stessa moneta, magari dirottando i consensi sul fronte sovranista, all’apparenza più coerente. La ragione sta nel fatto che Bruxelles ha calpestato i diritti fondamentali di milioni di cittadini, utilizzando l’alibi del rigore sui conti pubblici e del mercato. Così ha massacrato il welfare e la crescita dei Paesi più indebitati, tra cui l’Italia, e saccheggiato interi Stati a partire dalla Grecia.
Perciò è solo folle appoggiare quell’Europa, se però quell’Europa ci fosse ancora. Non tanto per generosità, ma perché la stessa locomotiva tedesca arranca per l’economia in stagnazione, e l’avanzata delle Le Pen e dei Salvini ha dato la sveglia a Parigi e Berlino, il nuovo corso intrapreso dalla Commissione della von der Leyen punta a una solidarietà e a un Green deal mai visti prima, tanto da lanciare ieri un piano da mille miliardi per arrivare all’obiettivo di emissioni zero nel 2050. Insomma, proprio adesso che l’Ue inizia a darci quello che ci serve, la Lega, Fratelli d’Italia e altri avventurieri vogliono dichiararle guerra, con personaggi che spaziano da Borghi a Paragone, il cui solo nome fa salire di decine di punti lo spread, cioè gli interessi che tutti noi paghiamo sul debito.
Questo cappio, si dirà, al pari degli altri accordi finanziari e monetari sottoscritti dall’Italia non può condizionare all’infinito le nostre scelte economiche, ma quando le regole non piacciono più si cambiano – come stanno contribuendo a fare i Cinque Stelle e il Governo Conte – oppure si rompono, se però si ha la forza di farlo. Una forza che non hanno avuto neppure gli inglesi – per non andare lontano con la memoria – arenatisi per anni sulla Brexit malgrado la sterlina e la fortuna di non trascinarsi il debito pubblico di quasi 2.500 miliardi che abbiamo.
Fossero coerenti per davvero, i sovranisti dovrebbero invece informare gli italiani e il partito del Pil, a cui continuamente si rivolgono, su come finanzieranno con nuovo deficit la flat tax e tutte le meraviglie che promettono, facendoci saltare dalla Comunità europea e dall’Euro giusto adesso che Bruxelles stanzia una barca di quattrini e la Banca centrale mantiene i tassi più bassi di sempre, sostenendo con l’immissione di liquidità finanziaria la ripartenza del credito a famiglie e piccole imprese.
Certo, così serviranno ancora tempo e molti sacrifici per rimettere forse in piedi la nostra economia, ma con le soluzioni shock il risultato è certo, e porta in un baratro dove – semmai finiremo – avremo moltissimi anni per pentirci di aver dato credito alle sparate demagogiche di Salvini e dei suoi compari.