Proviamo a immaginare cosa sarebbe successo l’11 settembre 2001 se dopo la tragedia delle torri gemelle la politica Usa si fosse messa a litigare sul fallimento della prevenzione, invece di fare quadrato contro il terrorismo. La lezione fu chiarissima: quando la nazione è minacciata, un Paese serio pensa solo all’interesse del suo popolo. Purtroppo qui in Italia c’è chi non ragiona così. La speculazione internazionale ci sta attaccando con lo spread, una roba che non fa meno danni delle bombe, gettando le basi per trafugare decine di miliardi di euro degli italiani, sotto forma di maggiori interessi sul debito pubblico. Di Maio e Salvini, entrati in crisi per la vicenda mal gestita di un condono non concordato, sanno bene che far cadere il Governo sotto un tale bombardamento dei mercati sarebbe criminale per la nostra economia. Per questo, senza voler fare nessuno dei due la parte del fesso, stanno trovando una soluzione per riscrivere la norma, aiutati da un premier che sta svolgendo egregiamente il suo ruolo di mediazione. Tutto intorno però che succede? Dai giornaloni nostalgicamente orfani dei bei tempi in cui c’erano il Pd e dei poteri forti amici dei loro editori, fino alle opposizioni e ai commentatori che dilagano in tv, invece di fare scudo tutti insieme sull’Italia fomentano le divergenze nell’Esecutivo, arrivando a giustificare le angherie di Bruxelles e i mercati che questa settimana hanno bruciato 6 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari e presto presenteranno il conto sulle rate dei mutui. Una folla di irresponsabili. Anzi, di traditori del Paese.
L'Editoriale
I traditori dell’Italia sotto attacco
Un Paese serio pensa solo all’interesse del suo popolo