L'Editoriale

Il caro Dell’Utri

Marcello Dell'Utri è stato coperto di milioni, compresi gli ultimi 30 lasciati in testamento da Silvio Berlusconi.

Il caro Dell’Utri

Silvio Berlusconi è stato un uomo generoso. Se lo poteva permettere perché in fondo i suoi soldi glieli abbiamo dati noi. A spese dei contribuenti, infatti, la politica gli aveva regalato di fatto la concessione a trasmettere con le sue televisioni. Roba da fare invidia ai gestori dei lidi balneari, che in confronto strapagano le spiagge, pur versando un nonnulla all’Erario.

Poi arrivarono le leggi ad personam, le prescrizioni giudiziarie e il silenzio – con poche eccezioni – sull’origine delle sue fortune. Così il Cavaliere ha regnato per trent’anni, accumulando un patrimonio straordinario che oggi è alla luce del sole, al contrario delle tenebre che continuano ad avvolgere i primi affari immobiliari a Milano e l’acquisto velocissimo e senza resistenze delle frequenze televisive locali, fondamentali per il lancio successivo della tv nazionale. Una storia dai dettagli noti a pochissime persone, e a una in particolare, quel Marcello Dell’Utri braccio destro e sinistro del Cav agli albori.

Il manager, poi condannato in via definitiva per i rapporti con la mafia, è stato coperto di milioni, compresi gli ultimi 30 lasciati in testamento del fondatore di Forza Italia. Soldi ai quali ora si aggiungono altre decine di milioni, di cui non si sapeva nulla, che appiccicano il bollino di “frescone” a chi continua a parlare di generosità del Cavaliere. Tanti quattrini, difatti, fanno pensare piuttosto al prezzo del silenzio su una stagione inconfessabile. E che i segreti di Dell’Utri pure sui flussi di denaro più recenti sembrano confermare, insieme alla necessità che quella porta non si apra mai.