L'Editoriale

Il giornale di chi guarda avanti

Nove anni fa, quando nasceva La Notizia, mai avrei immaginato di festeggiarne un compleanno con la guerra ai confini dell’Europa.

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Il giornale di chi guarda avanti

Nove anni fa, quando nasceva La Notizia, mai avrei immaginato di festeggiarne un compleanno con la guerra ai confini dell’Europa. Pur in un’epoca già allora durissima per i giornali, mettemmo il quotidiano in rotativa e online per offrire ai lettori una voce libera, senza finanziamento pubblico e condizionamenti di editori con interessi industriali, e spingere essenzialmente in due direzioni: le grandi riforme e l’equità sociale.

Da qui sono nate le inchieste giornalistiche e le battaglie per cambiare verso a un Paese che ha generato un enorme debito pubblico per riempire le tasche dei soliti noti, mentre la piccola impresa, l’artigianato, le professioni, i lavoratori dipendenti e i pensionati annegavano nelle tasse, e i politici di destra e di sinistra non facevano niente – chiacchiere a parte – per aiutare la povera gente, con milioni di persone in stato di indigenza.

Parlare di pace, all’epoca in cui partivamo, ci sembrava superfluo, perché nella foga di guardare al futuro a volte tutti noi diamo per scontate le conquiste più preziose. Così oggi La Notizia entra nel decimo anno di pubblicazione con una tragedia immane in Ucraina, e il mondo che marcia guardando la strada dal riflettore. Tutti gli sforzi per rendere più sostenibile il pianeta sono messi in discussione dalla sete di energia, ma invece di andare avanti verso le rinnovabili tirando fuori i soldi che servono, in Europa e in Italia se ne approfitta per tornare alle fonti fossili, per la gioia di produttori e speculatori.

Ma è un po’ su tutto che abbiamo ingranato la retromarcia. Da molte riforme al Reddito di cittadinanza, che fa mangiare tre milioni di persone (e strafogare una fisiologica percentuale di farabutti) ai bonus per rendere gli immobili antisismici e ridurre la dispersione del calore, tutto viene contestato per restituire ogni risorsa disponibile agli stessi che hanno fatto il pieno per decenni, con la complicità dei partiti tuttofare e della stampa a gettone.

È il prezzo che si paga quando le rivoluzioni non arrivano fino in fondo e vince la restaurazione. Una deriva che molti cittadini, tra cui tanti giovani, vogliono ancora contrastare. Insieme a questo giornale, da oggi di nuovo nelle edicole di Milano, per non darla vinta all’Italia peggiore.