L'Editoriale

Il nostro grazie al Fatto Quotidiano

I lettori de La Notizia, abituati al nostro essere imprevedibili e anticonformisti, non si stupiranno più di tanto, ma riconosco la singolarità di un giornale che dedica l’editoriale a un’altra testata, come qui facciamo oggi con Il Fatto Quotidiano. Il motivo è che la creazione di Padellaro, Travaglio, Gomez e altri fondamentali collaboratori, tra i danni che ha prodotto nel Paese ha pure la responsabilità di avere largamente ispirato questo quotidiano, al punto che per anni siamo stati accusati di averne persino copiato alcuni aspetti grafici, a partire dall’abbondante uso del rosso.

Il Fatto in questi giorni festeggia i suoi primi dieci anni di pubblicazioni, e per la crisi che dissangua l’editoria questo può sembrare un miracolo. Se però guardiamo le poche testate emerse nel decennio, come La Notizia (settimo anno) o La Verità (tre anni), includendo anche alcuni casi di successo sull’on-line, come Dagospia e Affari Italiani, è meglio lasciar stare le concessioni divine (quelle riserviamole a certi devoti del Sacro Cuore di Maria). Comune denominatore di queste iniziative è l’essere giornali tribù, cioè rivolti ciascuno a una platea di lettori di cui conoscono sensibilità ed esigenze, e col coraggio di disturbare i manovratori, si tratti di politici, poteri economici o insospettabili gnomi del deep state.

Il Fatto, come questi “nuovi” giornali, non ha promesso niente di più rispetto ad altre testate, anche storiche e blasonate, a parole tutte feroci cani da guardia della democrazia. La differenza sta però nel mantenerla questa promessa, sforzandosi di cercare ogni giorno le notizie scomode, e resistendo alle sirene (e alle minacce) di chi non ne vuole la pubblicazione. Per questo credo sia giusto tributare il nostro riconoscimento a un quotidiano che ha innovato profondamente l’editoria nazionale, diventando il più grande successo dopo quello di oltre quarant’anni fa di Repubblica, o del più breve boom di Libero negli anni d’oro di Vittorio Feltri. Testimonianza che c’è vita nel pianeta che sembrava morto dei giornali, soprattutto in quelli che incrociano rete e social network. Merito anche dei colleghi del Fatto, ai quali ci piace far arrivare in questo decimo compleanno anche il nostro augurio.