L'Editoriale

Il rave party lo fanno a Giorgia

Oggi Giorgia Meloni si presenta a Ursula von der Leyen con le peggiori credenziali possibili, e per di più col cappello in mano.

Le ha fatto sempre opposizione, ha votato contro il Recovery Fund, flirta con i governi e i partiti che l’Europa contrasta apertamente per le chiusure sui diritti. Giorgia Meloni si presenta oggi a Ursula von der Leyen con le peggiori credenziali possibili, e per di più col cappello in mano, perché Draghi ha lasciato in cassa quattro soldi, e se Bruxelles non ci autorizza ad aumentare il deficit pubblico non ci sarà un euro per ridurre le bollette.

Anzi, chi ha appena conquistato Palazzo Chigi promettendo aiuti a destra e Flat tax a manca, nella prossima Manovra potrebbe metterci pure le mani in tasca, con qualche nuova tassa. Unico punto a favore, a parte l’incontro tra due donne e il fatto che l’Italia è uno dei Paesi fondatori e più rilevanti dell’Unione europea, è che il nuovo governo ha in teoria cinque anni davanti, e dunque sarebbe bene provarci a partire col piede giusto.

Tra la teoria e la pratica, però, ci sono di mezzo la Moratti, cioè l’ultima prova della guerra nel Centrodestra, e poi i primi provvedimenti più sconclusionati che propagandistici sui rave party (che può estendersi a tutti gli altri assembramenti non autorizzati), alla sanatoria per i medici no vax (dopo tutto quello che ha fatto e che ha speso l’Europa sui vaccini) e all’aumento del contante, che sbatte con gli impegni del Pnrr sulla riduzione dell’evasione fiscale.

Quindi, a parte i sorrisi di cortesia e forse qualche spicciolo, non c’è molto da aspettarsi. E purtroppo, chi ha voluto la bicicletta dei sovranisti ora non pedalerà anche per gli altri.