L'Editoriale

Il rilancio del M5S non parte dividendosi

Ora che il tribunale di Napoli ha sancito la legittimità della leadership di Conte si rafforzano le voci di una nuova scissione nel M5S.

Ora che il tribunale di Napoli ha sancito la legittimità della leadership di Giuseppe Conte nei Cinque Stelle, si rafforzano le voci di una nuova scissione nel M5S. Il voto annunciato dall’ex premier sulla deroga ai due mandati, e soprattutto l’ipotesi di uscire dalla maggioranza che sostiene Draghi, spingerebbe un manipolo di parlamentari a prendere una strada diversa, anche per non lasciare Palazzo Chigi in balia del Pd e delle destre.

Mentre proprio il segretario dem, Enrico Letta, continua a parlare di un campo largo progressista come unica possibilità per non soccombere ai sovranisti, nel caso di una nuova diaspora il perimetro dei 5S si stringerebbe ancora di più, col risultato di diventare nella migliore delle ipotesi un orpello di via del Nazareno.

Un finale amaro per una forza politica che ha acceso un’enorme speranza di cambiamento nel Paese e ancora oggi porta con sé valori introvabili in altri partiti, a cominciare dal sostegno alle persone in difficoltà economica, da un sincero rispetto dell’Ambiente, dallo sgombero dei corrotti e dei soliti circoli di potere dalle istituzioni.

Dunque Conte, con il nuovo ruolo nel M5S, può tornare a far crescere i Cinque Stelle coinvolgendo con pazienza sia chi è rimasto dentro pur non condividendo tutte le scelte, sia chi ne è uscito per lo stesso motivo, come Di Battista, spiegando poi agli elettori chi ha fatto il possibile per tirarci fuori da anni difficili e chi invece fa demagogia. Ma pensare di crescere continuando a perdere pezzi è una strada che non spunta.