I bambini come una merce sul banco del mercato. Per denaro, ma anche per amore o egoismo. Con il caso di Bibbiano molti italiani hanno sentito parlare per la prima volta di migliaia di minori sotto tutela dei servizi sociali o addirittura sottratti ai genitori biologici per essere affidati a strutture private o ad altre famiglie. Si parla di centinaia di migliaia di bambini, per cui lo Stato versa quasi un miliardo e mezzo l’anno tra vitto, alloggio, vestiti e farmaci.
Così l’attività necessaria a preservare i piccoli da contesti familiari degradati è diventata un business, anche perché molte coppie sono pronte a fare carte false per avere in qualunque modo un figlio che in modo naturale non viene. D’altra parte, adottare resta un’impresa, tra burocrazia e giudici minorili fin troppo pignoli, anche perché un giorno in più in una casa avrà sempre un calore diverso da un giorno in più in un orfanotrofio.
Per questo prosperano le cliniche che permettono la procreazione assistita e, nei Paesi che lo consentono, anche la maternità surrogata (o utero in affitto), che in Italia è vietata. Una procedura riservata, in teoria, a persone ben consapevoli di quello che fanno, se non altro perché costa un mucchio di quattrini. E invece ieri la Croce Rossa ha prelevato in Ucraina una neonata “voluta” da una coppia italiana che dopo la nascita ha deciso di abbandonarla.
Un’altra storia, dunque, di piccoli che si comprano, che si arraffano o che si gettano. Fatti di cui si parla pochissimo rispetto alle dimensioni e alla gravità del fenomeno. Perché la politica più conservatrice strumentalizza, anche per nascondere l’eterna bugia degli aiuti economici alle famiglie – visti col microscopio -, mentre le forze progressiste latitano, seppure solo negli ultimi anni con i governi Conte si è arrivati ai primi sostegni significativi, con l’assegno unico per i figli.
Comunque troppo poco di fronte a una deriva culturale che ha come cifra principale la deresponsabilizzazione su tutto, compreso l’essere genitori. Perché il grande tema non è mettere al mondo un figlio, in qualunque modo si faccia, ma la responsabilità con cui si fa. E nelle società moderne si è educati su tutto, tranne che nell’essere papà e mamme.