Diciamo la verità: il capo della polizia Franco Gabrielli che definisce il blitz di Forza nuova a Repubblica più grave della bomba esplosa davanti alla caserma dei carabinieri a San Giovanni ci ha ricordato quei filmetti anni ’80 con Lino Banfi sulla mitologica rivalità tra le nostre forze dell’ordine. I due episodi di questi giorni invece sono di identica gravità, ed espongono due ruoli centrali per la tenuta democratica alla stessa minaccia. La libertà di informazione e di pensiero nel mirino quanto i servitori dello Stato e le loro “strutture di repressione”, come gli anarchici hanno definito la caserma cortesemente omaggiata del loro ordigno. Il malessere che si alimenta dentro una generazione vincitrice suo malgrado del record storico di occupati a termine, con poche certezze e un rancore indirizzato anche da certa politica verso nemici trasformati in demoni per intimidirci (come gli immigrati), non può canalizzarsi all’infinito negli sfoghi indignati sulla rete, nel vuoto dell’assoluto disimpegno riempito dalle sceneggiate tv del Grande fratello o, nel migliore dei casi, verso la protesta dei Cinque Stelle. Un’emergenza sociale che perdura troppo a lungo genera mostri poi impossibili da contenere. E un Paese come il nostro, dove la forbice della disuguaglianza si è allargata in modo impressionante, non può più ignorare i segni di una deriva crescente, dove squadracce fasciste irrompono a viso aperto nelle sedi dei partiti che non gradiscono, e le forze di destra non condannano se non flebilmente un tale schifo.
L'Editoriale
Intolleranza e nuovi fascismi: la Democrazia non è infrangibile
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