Tanto il risultato era scontato che gli elettori si sono risparmiati la fatica di andare ai seggi. Così le destre hanno cavalcato l’onda della Meloni al governo, e nonostante i colpi bassi tra alleati si sono aggiudicate largamente le Regioni Lazio e Lombardia. Tutta colpa di Sinistra e Cinque Stelle dicono da ieri pomeriggio in tv, ma le cose stanno davvero così?
Certo, lo schema di gioco favorisce chi unisce le forze in accozzaglie elettorali, anche se poi c’è chi tifa per il diavolo e chi per l’acqua santa, come fanno regolarmente a destra. Allo stesso tempo, il Pd senza un leader e una linea politica, in attesa del congresso, non poteva scaldare più di tanto i suoi elettori. Per non parlare dei 5S, tradizionalmente deboli nelle competizioni locali. Ma una spiegazione seria del risultato di ieri non può fermarsi qua.
Al di là delle possibili alleanze future, nessuno potrà mai battere uno schieramento politico che controlla e inquina l’informazione nel Paese. Anzi, se si va avanti col 100% delle trasmissioni televisive, e quasi altrettanto della carta stampata, che incensano la premier e chi la sostiene, occultandone i tanti errori, le elezioni possiamo pure smettere di farle.
Perché non c’è possibilità di alternanza al potere – e quindi di democrazia – se l’unico messaggio che passa è ridicolizzare le opposizioni, mistificandone i risultati (come nel caso del Reddito di cittadinanza, che per moltissimi è solo un regalo ai fannulloni), creando un sentiment di incompetenza su chi non fa parte delle solite parrocchie al guinzaglio dei poteri marci del Paese.
Ora, col pretesto delle schifezze di Sanremo, la destra vuole cambiare i vertici Rai. Non ha torto, perché Fuortes, Vespa, Coletta e tanti altri hanno fatto gli interessi solo degli amici loro. Ma con Mediaset che spinge palesemente la maggioranza, blindare dalla stessa parte anche la Rai significa garantire il pensiero unico, e vincere a mani basse tutte le prossime elezioni, a maggior ragione se ad andare a votare saranno solo i parenti stretti di chi monopolizza l’informazione.