Con la fine (mesta) di Marino in Campidoglio parte l’avventura (incerta) di Marino a capo della fronda contro Renzi. Una partita che difficilmente l’ex sindaco potrà giocare da dentro il suo partito. Il Pd per intero lo ha scaricato e fa impressione che a dimettersi sia stato anche un consigliere comunale della lista che porta lo stesso nome del chirurgo. C’è terra bruciata, insomma, attorno a un’esperienza amministrativa deludente e a un’uscita di scena rivoltante. Il Vaticano, mai tanto ostile con un sindaco di Roma, ha parlato di farsa. Resta dunque da capire cosa Marino possa portare all’opposizione al premier. Di sicuro, invece, nella Capitale si aspetta che porti qualcosa di concreto il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca. Magari quegli anticorpi alla corruzione di cui per Raffaele Cantone c’è carenza. Tronca è stato con Giuseppe Sala uno dei protagonisti del successo dell’Expo. Neanche il tempo di chiudere l’Esposizione e per lui si ricomincia – come commissario – con una città in ginocchio e il Giubileo. Per una volta il Governo è stato veloce e ha scelto un altissimo profilo. Il dopo Marino almeno parte col piede giusto.
L'Editoriale