Come volevasi dimostrare, un bel gruppo dei migranti arrivati in Italia con la nave Diciotti non ha perso tempo a dileguarsi. I magistrati però non corrono rischi: invece di dedicarsi a questi signori possono continuare a cercare capi d’accusa contro Salvini, il ministro che ha tenuto questa gente più a lungo possibile sul mezzo della Guardia costiera, l’unico luogo da cui non potevano fare i loro comodi. In punta di diritto, i 50 eritrei di cui non sappiamo più nulla non sono evasi. La Caritas che li ospitava è stata chiara: non si tratta di detenuti. Ma questa gente adesso vaga per l’Italia in modo clandestino, senza documenti e con generalità indimostrabili, in teoria senza un soldo e costretta ad arrangiarsi in qualunque modo per campare. Così la Chiesa che li ha presi in carico diventa responsabile di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e di chissà quanti altri reati. Ovviamente tutti già perdonati, prima che dal Padre eterno da quei giudici che non hanno niente di più urgente da fare che occuparsi del ministro dell’Interno.
L'Editoriale