Era più inevitabile di una cartella delle tasse: col risultato delle ultime elezioni la coalizione di Centrodestra non poteva durare a lungo. Che però si schiantasse alla prima curva era difficile da immaginare, anche perché con un po’ di pazienza la Lega avrebbe potuto facilmente svuotare Forza Italia dei suoi eletti e soprattutto dei suoi elettori. Salvini non ha avuto il sangue freddo necessario e votando ieri al Senato un candidato diverso da quello promesso al Cavaliere ha fatto subito la sua scelta di campo: tra Berlusconi e Di Maio ha preferito il secondo. Vedremo se nelle prossime ore l’esigenza di convivere da alleati in molte Regioni ed enti locali porterà a una tregua, ma dove va il Carroccio adesso è chiaro a tutti, e i rapporti già non favolosi nel Centrodestra saranno per forza più difficili. Allo stato dell’arte, la rottura tra Silvio e Matteo cambia comunque lo scenario sul Governo. A meno di imprevedibili piroette del Pd si riavvicinano infatti due soluzioni. La prima è un Esecutivo M5S e Lega, che però avrebbe una maggioranza parlamentare fragile e soprattutto due idee del mondo diametralmente opposte, il reddito di cittadinanza da una parte e la Flat Tax dall’altra. Il secondo epilogo, l’ultima ratio per Mattarella, un Governo di scopo, per cambiare la legge elettorale e tornare presto alle urne, magari con le Europee dell’anno prossimo. Si tirerebbe a campare, insomma, come se il Paese possa permettersi di buttar via altro tempo e rinunciare alle riforme che servono per far ripartire un’economia che resta la più fragile in Europa.
L'Editoriale
La Coalizione di Centrodestra schiantata alla prima curva
La Coalizione di Centrodestra schiantata alla prima curva