L'Editoriale

La festa facciamola al virus

La festa facciamola al virus

D’accordo, stasera saranno in molti a fare come gli pare, affollati alla stessa tavola con nonni e bambini, convinti di essere furbissimi perché a loro non la si fa. Conte, i dpcm, i virologi vadano a farsi benedire: la notte del 24 dicembre Babbo Natale può arrivare, ma il Covid no. Diamo perciò un giorno di riposo ai settantamila poliziotti e militari costretti a fare lo straordinario per far rispettare l’ultimo argine contro la terza ondata della pandemia.

Consigliati da Salvini che promette di infrangere le regole per girovagare tra i clochard, o sedotti dai sapientoni della tv secondo cui il virus fa meno male, già ieri file lunghissime hanno atteso pazientemente all’ingresso dei supermercati, uscendo con carichi che lasciano pensare a tutto tranne che al desco in cui si cenerà tra pochi intimi. Purtroppo, dopo quasi un anno di limitazioni e fastidiose mascherine siamo tutti stanchi, e non c’è niente di più comprensibile della voglia di un po’ di normalità almeno a Natale, ma non è ancora il momento di rilassarsi, e fare un sacrificio adesso significa dimostrare con i fatti rispetto e cura per chi diciamo di amare.

Qualcuno dice che così ci facciamo rubare il Natale. Ma che c’è da festeggiare con chi se ne frega di farci del male? Dunque non c’entra niente se vi piace o no Conte, se ce l’avete a morte con i Cinque Stelle o volete semplicemente resistere a norme che vi dicono liberticide e da dittatura sanitaria: quest’anno se volete un Natale vero risparmiate qualche rischio ai vostri cari. Diversamente, gettate la maschera: per gli egoisti ogni giorno è buono per banchettare.