L'Editoriale

La grande bufala del Governo sotto a un treno

Di Maio e Salvini sono distanti sulle grandi opere. Ma non sul Governo

Neanche il tempo di smentire la bufala dell’imminente caduta del Governo per i migranti sbarcati a Malta che ecco nuovi clamorosi scoop sui giornali dello sfascio. Grillo si è convertito ai vaccini come Renzi e Burioni, Lega e Cinque Stelle sono alla rottura totale su Tav e trivelle, il Reddito di cittadinanza slitta perché c’è il ricatto su Quota cento e non aggiungiamo tutte le altre bugie sul salvataggio della banca Carige. In realtà i programmi politici delle due forze che formano la maggioranza diversi erano e diversi sono rimasti, ma il contratto che unisce Di Maio e Salvini non è stato mai messo in discussione e realisticamente così resterà almeno fino alle prossime elezioni europee.

Ciò non di meno, la retorica dominante sulla grande stampa descrive scenari da lunghi coltelli, mettendoci dentro una speranza senza prospettiva. Chi sogna la caduta dell’attuale esecutivo infatti non ha idea di quale alternativa sia possibile, e persino la peggiore delle prospettive – cioè un governo tecnico sotto l’ombrello del Quirinale – oltre ad essere profondamente antidemocratica è concretamente poco realizzabile. Se invece guardiamo con serenità e oggettività ai fatti, e non alle cronache partigiane dei giornaloni tutti palesemente schierati per la caduta del premier Conte, dobbiamo registrare tre cose. La prima è che più viene accerchiato e più questo Governo mantiene o addirittura incrementa i consensi.

Lontani su questioni importanti, come la gestione dell’immigrazione senza umanità, le infrastrutture e persino alcuni diritti civili, gli elettori M5S e del Carroccio sono invece più uniti di quanto molti ancora non capiscono sul cambiamento degli establishment, sulla matrice post ideologica dei rispettivi schieramenti, sulla richiesta di redistribuire le risorse con maggiore equità, da una parte riducendo le tasse e dall’altra offrendo un reddito e un’opportunità di inserimento a chi non ha davvero più nulla.

A meno di ingerenze esterne gravi e oggi imprevedibili, la maggioranza perciò può andare avanti e di fatto è avanti che continua ad andare. Troppo presi dal descriverci il Salvini furioso e il Di Maio accerchiato – è questa è la seconda cosa importante da registrare – i giornaloni si sono persi infatti che sul caso Sea Watch si è trovata la quadra, sul referendum ci si è messi d’accordo per il quorum, Reddito di cittadinanza e Quota cento andranno in Consiglio dei ministri con le opportune misure tecniche la settimana prossima.

E come la mettiamo – si dirà – sul Tav, dove i 5 Stelle sono felici per l’imminente bocciatura mentre la Lega andrà a sostenere in piazza chi è favorevole al progetto? La mettiamo osservando la terza delle cose che i romanzieri del crac gialloverde ci nascondono, e cioè che queste forze politiche sono state sempre sulle proprie attuali posizioni. Non c’è nulla di nuovo, insomma, tranne il tentativo di non far governare chi ha ricevuto un ampio mandato dagli italiani.