Dalla guerra alla povertà alla guerra e basta. Tanto i poveri sono da sempre carne da macello, e in Italia la politica di destra e di sinistra – parafrasando Montanelli – li ama talmente da fare tutto ciò che può per aumentarli di numero. Così ieri, dopo lo schiaffo di Will Smith, è arrivato altrettanto ignobile quello di Ignazio La Russa – da una vita in Parlamento – ad oltre tre milioni di persone che non guadagnano in più anni quanto lui percepisce dallo Stato ogni singolo mese.
Per finanziare l’industria bellica bisogna tagliare il Reddito di cittadinanza, ha sentenziato il senatore, ricco pure di famiglia ma poverissimo del senso di realtà. Con il caro-vita insostenibile anche per le famiglie con doppio reddito, milioni di italiani stanno scivolando verso l’indigenza, come testimoniano le associazioni impegnate a sfamare persone un tempo appartenenti al cosiddetto ceto medio.
Uomini e donne che i nostri politici non vedono, ad eccezione dei 5 Stelle, colpevoli agli occhi dei partiti e dei padroni di aver sottratto una decina di miliardi (su oltre 800 di spesa pubblica corrente prima del Covid) per dare a questi nostri concittadini un po’ di dignità, realizzando la più grande manovra di welfare di sempre.
Soldi che in tempi di vacche magre i soliti noti vogliono riprendersi, e per questo hanno costruito la retorica del sussidio regalato ai criminali nonostante le truffe siano quanto quelle dei falsi invalidi o delle ristrutturazioni col Superbonus. Perciò il pensiero dei La Russa fa breccia tra la gente, che chiede la pelle ai poveri invece che il conto a una casta capace di produrre non si sa che cosa per decenni.